29/05/12

Chiesa, da lontano vedo una corte di intrighi

Di seguito un mio intervento sugli scandali che stanno coinvolgendo il Vaticano, pubblicato nell'edizione odierna del Corriere della Sera.

Il prete di comunità: "Da lontano vedo una corte di intrighi"
L'intervista. Don Vinicio Albanesi: la Chiesa deve prendere esempio dai preti di campagna e di periferia

ROMA. Don Vinicio Albanesi, lei che dirige la comunità Capodarco che assiste poveri e malati, cosa prova davanti a questi scandali che stanno travolgendo il Vaticano?
"Un'enorme tristezza. E vergogna. Soprattutto visti da un prete come me che sta in periferia, questi episodi fanno capire che il livello della vita della Chiesa nelle alte gerarchie si è abbassato a tal punto da sembrare una specie di corte fatta di intrighi, maldicenze, imbrogli".
Cosa sta succedendo secondo lei?
"I fatti li ho letti sui giornali, non posso dir bene dal di dentro cosa succede. Dall'esterno di certo si vede che un'istituzione che si dichiara santa, santa non è. E poi...".
Poi?
"Possiamo vedere un sistema cattivo e feroce che cova rancori e gelosie e maldicenze. Ovvero tutto quello che con la Chiesa ha poco a che spartire".

Lei si riferisce all'arresto di Paolo Gabriele, "l'aiutante di Camera del Papa?"
"No, il gioco non è certo quel povero Cristo che hanno arrestato. Lui è l'ultima pedina di questo brutto sistema fatto di rancori, obiettivi nascosti, finalità che non sono manifeste".
E allora qual è il gioco, don Vinicio?
"Una lotta interna ben poco religiosa. Hanno messo in galera un povero Cristo ma non hanno fatto altrettanto con i preti pedofili".
Perché secondo lei?
"Perché nei confronti dei preti pedofili è scattata una protezione contro il buon nome della Chiesa. Una protezione che definirei peccaminosa. Qualcosa di realmente dannoso e pericoloso".
Pericoloso?
"Certo per il sentimento di religiosità: tutto questo produce effetti devastanti. Già la religiosità ha dei seri problemi senza tutti questi scandali. Ma il Papa, di questo, aveva già avuto qualche avvertimento".
In che senso?
"Ricordiamoci le parole del discorso che il Papa ha fatto ai cardinali all'ultimo concistoro. Ha detto loro: 'Ricordatevi che il vostro compito non è fatto di onori ma di servizio alla Chiesa'. È un'esortazione fuori contesto. Perché ha voluto farla?".
Perché?
"La mia chiave di lettura è che quella raccomandazione all'umiltà e al servizio fosse legata ad un'intuizione del Papa. Ovvero intuiva che la stessa dignità cardinalizia non fosse usata in maniera consona".
Pensa che il Papa immaginasse qualcosa?
"Da quella frase sembra evidente che avesse sentore di quello che stava succedendo".
E adesso?
"Adesso bisognerà ricostruire. C'è uno scollamento pazzesco tra i vertici della Chiesa e la periferia. Dalla cittadella non hanno proprio idea di quello che succede nelle parrocchie, nelle periferie, nelle missioni. Eppure...".
Eppure?
"Eppure è da lì che si deve prendere esempio per ricominciare. I sacerdoti a contatto con il popolo hanno certamente i loro limiti, ma dagli alti vertici della Chiesa devono prendere consapevolezza dell'importanza di questo lavoro. Anzi, qualcosa in più".
Che cosa in più?
"Si deve prendere coscienza che oggi la Chiesa esiste perché esiste questa rete fitta e forte di solidarietà con il popolo. La Chiesa esiste perché ci sono i parroci, i missionari, i preti di campagna e di periferia. Da loro sarà bene prendere esempio". Alessandra Arachi

1 commento:

  1. Sono d'accordo con lei, don Vinicio, quando dice che la chiesa esiste per i preti, per i missionari e io aggiungo anche per le suore e per quei laici che vivono la quotidianitá a contatto con la gente umile, ai sofferenti e ai bisognosi. Sono convinto peró che la chiesa non si stia adeguando ai grandi cambiamenti della societá moderna. La gerarchia ecclesiastica invece di affrontare i problemi delle coppie, anche quelle non strettamente cattoliche, e dei figli non appartenenti all'area cattolica si arrocchi nella sua cittadella a salvaguardare i suoi privilegi materiali. I giovani, penso che anche lei se ne sia reso conto, si stanno allontanando sempre piú dalla chiesa e se la frequentano la gran parte lo fanno perché quasi obbligati dai loro genitori, comunque senza la necessaria convinzione. Peró tutto questo non é un male, anzi per me é la strada maestra per poter un giorno vedere il riscatto della vera chiesa. Solo se la chiesa sará costretta a cadere in basso, tanto in basso, sará costretta a vivere a contatto con tutte quelle realtá che oggi cerca di evitare e solo allora assolverá il suo compito come indicato nel Vangelo. La ringrazio don Vinicio per avermi confermato che la chiesa, quella con la "C" maiuscola, vive e nonostante una gerarchia inetta che cerca di manipolarla e le difficoltá che si incontrano quotidianamente, continua a portare avanti la sua missione. Penso peró che, nonostante il vostro totale impegno di preti che dedicano tutto se stessi, la chiesa sia destinata nel giro di qualche generazione a cadere nella polvere. Peró sono altrettanto convinto che quello sará il momento del riscatto.
    La saluto cordialmente, Sandro

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