21/12/12

Il sociale nel 2012: un bilancio “misero”, un sistema da ripensare


Il bilancio dell’anno 2012 a proposito delle politiche sociali, realizzato dall'Agenzia Redattore Sociale, non poteva che essere “misero”. Per molteplici motivi. Il primo è di tipo strutturale. La riforma Bassanini, con il riordino dei ministeri ha aggregato la materia del sociale ai problemi del lavoro. Il risultato è evidente e non da oggi. Gli ultimi ministri si sono occupati di lavoro e di null'altro. La materia del sociale si è ulteriormente ridotta nella marginalità nella quale da sempre è relegata.

06/12/12

La politica non dà soluzioni

Nonostante i problemi gravi che l’Italia sta attraversando, non si intravvedono soluzioni politiche adeguate. Con la fine della legislatura all'orizzonte, è iniziata l’ennesima campagna elettorale che, anche questa volta, non sembra troppo preoccupata di proporre soluzioni e futuro con proposte di ampio respiro. La politica è tutta concentrata sugli schieramenti, sulle candidature, con protagonisti vecchi e nuovi attenti alla propria collocazione, in vista del possibile potere.
Il governo Monti è stato il risultato di una evidente abdicazione delle funzioni spettanti al Parlamento: un nuovo assetto, liberamente eletto, per essere serio, dovrebbe proporre politiche economiche, sociali, culturali capaci di far uscire l’Italia dalla crisi.

19/11/12

Ma di quale società civile parla Italia futura?


Chi sta in periferia e guarda la tv e legge i giornali non comprende “il cuore” di Italia futura. Le parole, quelle sottoscritte da tutti, sono un riassunto di contraddizioni, messe insieme dai protagonisti: un movimento civico, liberale, popolare e riformista. Quale società civile, quale liberalismo, quale popolo e quali riforme? Gli stessi sottoscrittori sono mille miglia lontani, ciascuno, dalla cultura dell’altro. Montezemolo e Bonanni; Olivero e Giulia Buongiorno; Riccardi e Albertini. E ai futuri e possibili elettori, quale il programma offerto?
L’insistenza è sulla società civile. Con buona pace di tutti c’è chi si appropria di un soggetto che non può essere riassunto. La società civile è costituita da chi vive nei territori: dagli imbroglioni agli eroi, dagli ecologisti ai cacciatori, dai guerrafondai ai pacifisti. Appropriarsi di quel nome significa cercare una giustificazione – non richiesta – per nascondere le scelte del proprio movimento e immergerle in un quid generico che dia garanzia.

14/11/12

Il trucco di ridurre la non autosufficienza a spesa “sociale”


Piena comprensione e vicinanza al Comitato 16 Novembre che in questi giorni sta manifestando per ottenere sicurezza per i malati di SLA. La minaccia di manifestare senza le batterie che alimentano i ventilatori è drammatica, come lo è la malattia.
Ciò che sorprende è l’arretratezza della risposta sanitaria e sociale nei confronti di persone con malattie altamente invalidanti.
L’appello al Fondo Catricalà è improprio e degradante. La malattia viene arbitrariamente equiparata ad assistenza sociale.
Tra l’altro le risorse per il fondo delle politiche sociali, in tre anni (2008-2010) è stato ridotto di un quinto, essendo stato decurtato del 77%.

12/06/12

Lettera a Benedetto XVI

Caro Padre,
leggo dai giornali le vicende che vedono coinvolta la S. Sede in questioni non proprio esaltanti. Dalla periferia è difficile sapere quale sia la verità, anche perché l’informazione non è sempre corretta e disinteressata.
L’impressione è brutta, perché emerge un’immagine della Chiesa intrigante, con persone non limpide, come si addice a uomini di fede.
Il pensiero è andato subito a te, chiamato a guidare la Chiesa in un momento particolarmente difficile. La scristianizzazione dell’occidente, l’incertezza dei cuori, le difficoltà economiche fanno vivere un periodo confuso e disorientato.

29/05/12

Chiesa, da lontano vedo una corte di intrighi

Di seguito un mio intervento sugli scandali che stanno coinvolgendo il Vaticano, pubblicato nell'edizione odierna del Corriere della Sera.

Il prete di comunità: "Da lontano vedo una corte di intrighi"
L'intervista. Don Vinicio Albanesi: la Chiesa deve prendere esempio dai preti di campagna e di periferia

ROMA. Don Vinicio Albanesi, lei che dirige la comunità Capodarco che assiste poveri e malati, cosa prova davanti a questi scandali che stanno travolgendo il Vaticano?
"Un'enorme tristezza. E vergogna. Soprattutto visti da un prete come me che sta in periferia, questi episodi fanno capire che il livello della vita della Chiesa nelle alte gerarchie si è abbassato a tal punto da sembrare una specie di corte fatta di intrighi, maldicenze, imbrogli".
Cosa sta succedendo secondo lei?
"I fatti li ho letti sui giornali, non posso dir bene dal di dentro cosa succede. Dall'esterno di certo si vede che un'istituzione che si dichiara santa, santa non è. E poi...".
Poi?
"Possiamo vedere un sistema cattivo e feroce che cova rancori e gelosie e maldicenze. Ovvero tutto quello che con la Chiesa ha poco a che spartire".

15/05/12

Per discutere sui “mali della chiesa”

Esce domani per l’editrice Àncora “I tre mali della chiesa in Italia”.
Ho completato lo scritto a Penipe (Ecuador), un piccolo villaggio delle Ande, a febbraio  del 2012, nella missione che la Comunità di Capodarco ha fondato nel 1992. Nell’introduzione ho ricordato la “prospettiva particolare” con la quale scrivevo: quella di “essere immerso in un mondo di sofferenza e di emarginazione, non potendo contare su nulla di scontato, ma dovendo combattere, giorno dopo giorno, per vedere rispettati dignità e sogni di persone che ne hanno diritto. Una lotta quotidiana sul campo, per difendere con le unghie una convivenza tollerante e ugualitaria”.
E’ da questa prospettiva che ho osservato da molti anni “la crisi progressiva di una comunità cristiana che non regge gli sviluppi della vita delle persone e del mondo…”.

24/04/12

I tagli al sociale e la cultura di questi “tecnici”

Vorremmo che la rassicurazione del Ministro dell’Interno a proposito dei militari, “sulla sicurezza non si risparmia”, fosse estesa alla salute e all’istruzione: è la richiesta esplicita al Governo. Sono i beni fondamentali di un paese civile. Purtroppo non è così. Le risorse per il sociale sono ridotte al lumicino, con crolli di oltre il 50% rispetto a qualche anno fa. Il gioco dei trasferimenti Stato centrale-Regioni-Comuni-famiglie serve a tutelarsi contro le richieste. Il risultato è il peso scaricato

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