24/03/06

Un mio amico prete

come il tuo amico Lazzaro, Signore.
Mi aveva dato fiducia in momenti bui.
Mi stimava; avevamo fatto molte cose insieme.
Era un tipo solare; guardava avanti
senza mai rimpiangere il passato.
Riusciva a non serbare rancore per nessuno.
Se ne è andato forse per errore dei medici:
lui diceva che perdonare è più nobile
che chiedere giustizia.
Sento un gran vuoto;
non solo per la mancanza della sua amicizia,
ma per il suo modo di essere.
Avevamo la stessa visione delle cose:
presenza costante e diffusa di Dio

16/03/06

Aquile reali

Le 500 mila domande di immigrati in fila alle Poste per essere regolarizzati dimostrano che in Italia ci sono clandestini irregolari che lavorano. Lo sanno tutti: gli stranieri, i datori di lavoro, la polizia, gli organi dello Stato.
Le aquile reali dei due ministri leghisti Maroni e Castelli vorrebbero che fosse il Ministro dell'Interno a denunciarli e ad espellerli.
Perché non cominciano loro denunciando gli irregolari che lavorano in Lombardia, Veneto e Piemonte presso i simpatizzanti leghisti?

09/03/06

Ma la “vita digitale” non esiste!

La pubblicità è incalzante: "Teconologia mobile Intel Centrino Duo, Memoria 1.0224 MB DDR2, Hard Disk 100 Gb, Schermo 15,4”, Drive DVD super multi Double Layer, Wireless LAN 802” e conclude “per lo stile di vita digitale di oggi”.
Chissà che significa stile di vita digitale? Una vita da robot, in perenne movimento, senza mangiare né dormire, né avere sete, sempre a curiosare, navigare, leggere, scrivere, informarsi.
La vita digitale non significa nulla, perché non esiste.

Tommaso, vittima della crudeltà degli adulti

Hanno sequestrato Tommaso, il bimbo che assume farmaci contro l'epilessia. La cattiveria, da qualunque causa sia stata scatenata, non ha giustificazione. Un bimbo di tre anni non può essere merce di scambio: perché è una creatura umana, perché è incapace di difendersi, perché è in difficoltà per la sua stessa sopravvivenza.
La speranza è il suo ritrovamento lasciandogli una ferita che si porterà per tutta la vita. Se non sarà ritrovato è una vita perduta, a far compagnia ai milioni di bimbi vittime della crudeltà degli adulti.
Qualunque sia la condanna, se si troveranno i colpevoli, essa mai colmerà l"ingiustizia fatta e subita.

Cosa avverrà dopo il lungo inverno delle politiche sociali?

Dopo il lunghissimo inverno che negli ultimi anni ha investito le politiche del welfare in Italia, la speranza è l'arrivo di una nuova primavera.
Primavera che porti novità, entusiasmo e l"inizio di una nuova stagione sociale.
I motivi del lunghissimo inverno possono essere riassunti in poche, drammatiche battute.
L’approccio economicistico a tutte le questioni sociali, con l’aggiunta della crisi economica, ha portato al calcolo infinitesimale, ma sostanzialmente al ribasso, delle risorse destinate agli svantaggiati.
Lo sfinimento dei tagli sì/tagli no al sociale ha logorato tutti: amministrazioni, enti e associazioni, ma soprattutto i destinatari, coloro che avevano bisogno.
Tanto più che la povertà è in espansione, lambendo fasce di popolazione non marginale, ma “normale”; una catena di poveri più o meno nascosti si presentano ai rari sportelli di aiuto con mazzette di bollette da pagare: metano, luce, assicurazione dell’auto… I costi dei telefonini si mimetizzano nei prepagati, ma influiscono, e come, nei magri bilanci delle famiglie.
A questa drammatizzazione dei bisogni sociali, la coscienza collettiva si è difesa con il silenzio, di cui quello dei media è conseguenza e non causa. Mai più sentito parlare - eccetto rare occasioni - di poveri, badanti, precari, tossicodipendenti, minori a rischio, stranieri, handicappati, malati psichiatrici, carcerati, eccettuati i fatti di cronaca nera. Il silenzio è stato un antidoto efficacissimo per la coscienza collettiva che ha rimosso ogni notizia di disagio. Nemmeno “il problema” degli anziani, che pure interessa numerose famiglie, è emerso nella sua complessità. Sembra che le povertà esistenti siano diventate tutte “vergognose”, imputabili alle incapacità (colpevoli) personali e familiari e quindi da nascondere. “Chi ha problemi se li tenga e si arrangi”, sembra aver detto la coscienza collettiva.
A questo silenzio grave e peccaminoso si è perfettamente adeguato il governo. Scomparso ogni dibattito, ogni partecipazione, ogni progetto, ogni piano, ogni investimento. Il braccio di ferro tra Stato e Regioni è consistito nel sapere se e quanto il cosiddetto fondo sociale andava risicato o confermato.

Due “icone” possono aiutare a illustrare questa situazione. La prima riguarda il mercatino estivo dei bambini. Ho scoperto che dalle mie parti, d’estate, le mamme hanno inventato il mercato dell’usato, gestito da bambini. Sui lungomare, come nuovi vu cumprà, si sono allineati bimbetti e bimbette dai 6 ai 12 anni per vendere giocattoli, chincaglierie e robina della propria casa. I nuovi commercianti se la son cavata benissimo: niente sconti, attenzione ai clienti, disposizione della merce con gusto e scrupolosità, sotto l’occhio vigile delle madri. Domani, i bimbi, diventati adulti, saranno killer commerciali, perché – è la spiegazione delle mamme – sono da subito educati a maneggiare l’euro, a trarre vantaggio dalle cose utilizzate e soprattutto a comprarne di nuove. L’esperienza è giudicata positiva dalle famiglie, dalle amministrazioni, dalla scuola: il mondo che viene sarà giocato sulle risorse e sulla ricchezza. La sfida ai cinesi va iniziata presto: altro che i fioretti per i poveri, di cattolica memoria.
La seconda “icona” è il welfare dei ricchi. Un quadro desolante, ma efficacissimo. Buonuscite, benefit, opzioni per milioni di euro. A cascata: per gli amministratori unici, per i professionisti, per i consulenti, per i dirigenti. La tutela fai da te funziona benissimo in ogni settore: industriale, commerciale, bancario, ...

Le civiltà non si dichiarano guerra

In un articolo del Corriere della sera dell'8 Marzo 2006, il noto teologo Hans Küng affronta il tema del dialogo necessario e indispensabile con l"Islam. Di tutto l’articolo mi ha colpito una sua considerazione. Egli si domanda se lo scontro tra il mondo occidentale e il mondo islamico sia uno scontro di "civiltà”.
Egli risponde: “No perché le civiltà non sono attori sul palcoscenico della politica mondiale, né tantomeno dichiarano guerre. In molti luoghi, popoli di culture diverse vivono insieme piuttosto pacificamente. La politica mondiale è una questione che riguarda gli stati e i loro leader ed è sempre stato così”.
Dopo le infinite discussioni sullo scontro di civiltà, questa annotazione mi ha fatto ripensare tutto il quadro dei riferimenti a cui siamo sottoposti.
Le civiltà sono il frutto delle relazioni all’interno di un popolo e tra popoli. Le politiche dei governi sono azioni concrete a vantaggio della collettività, ma anche di alcuni gruppi all’interno di un popolo. Forse occorre maggiore attenzione nel seguire le azioni degli Stati per sapere a vantaggio di chi vanno e contro chi.

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