06/06/01

Il futuro esercito dei mercenari

Il Corriere della sera di oggi riporta la "crisi" dell'arruolamento di volontari per le forze armate.
Non sono stati sufficienti né i bandi di concorso "normali", né quelli eccezionali che Esercito, Marina e Aeronautica hanno attivato. Nonostante "i prestiti" di Carabinieri e di Guardia di Finanza, gli organici non sono coperti: quest'anno sono stati arruolati 2.274 persone, contro i 3.530 uomini necessari. Per avere un esercito di professionisti che la legge ha previsto per il 2006, occorrerebbe arruolare ogni anno 7-10 mila volontari: gli addetti ai lavori hanno il fondato timore che non si riuscirà a raggiungere la copertura degli organici. La "crisi delle vocazioni" dovrebbe porre domande a chi, con trionfalismo fuori luogo, ha voluto la riforma delle forze armate e l'ha ottenuta. Abolizione della legge sull'obiezione di coscienza, creazione del servizio civile, professionalizzazione dell'esercito.
Qualcuno (il generale Caligaris) ha suggerito di arruolare chiunque: immigrati e... anche gay. Di fronte alla crisi delle vocazioni, occorre chiudere un occhio e, domani, tutti e due.
I gestori della riforma, militari e politici, dovrebbero chiedersi il perché della crisi. Li aiutiamo noi: smantellato il senso di solidarietà che il servizio di leva e, in alternativa, quello del servizio civile, suggerivano, è stato introdotto quello della professione. Nessuno ha capito - compresi i militari - che la professione militare non è appetibile in quanto inutile o rischiosa, comunque onerosa.
Avranno l'unica alternativa di ricorrere ai "mercenari": italiani e stranieri, normali e speciali, uomini e donne. Dovranno alzare - ma di molto - il prezzo dei compensi. Saranno proporzionati alla rarità della domanda. Copriranno così gli organici. L'Italia ha ricordato "grandi capitani di ventura": ora con un signorotto, ora con l'altro. Non bisogna poi meravigliarsi troppo, se tutto è diventato merce, compresa la difesa della patria.

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